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Benché certa pazza canaglia vada ad accopparla con spade e bastoni e baci corrotti, Mamma Roma non resterà mai seduta per terra come una barbona con la testa abbassata e con le mani che non sanno più cosa fare: il suo seno è destinato ad allattare fino alla fine del mondo. Quand'è notte, si rialza sempre, raccoglie tutto il bene e tutto il sacro che rotola per le sue strade, e lo incastona fra stelle e stelle. Poi parla alla luna. Pretende da lei più latte, anche per i fijetti il cui arrivo è imprevisto, e dice che se domani qualcuno di loro dovesse rimanerne senza, potrebbe esserci un buio o una disperazione in pieno giorno. E allora la luna le versa in petto la più lattea misericordia. Prefazione di Salvatore Maira.